<p>L´insediamento fortificato di Batavis, di cui qui sono esposti alcuni ritrovamenti, era situato sul lato settentrionale dell’Inn, nella parte retica di Passau e sorse in seguito alle ripetute invasioni barbariche, che nel terzo secolo d.C. avevano fatto sprofondare i territori dell’Impero Romano in una crisi profonda. Ciononostante, nel 277, sotto l’imperatore Pròbo, i Romani riuscirono a scacciare le popolazioni nemiche dalla Rezia, ripristinando, così, la vecchia linea di confine lungo il Danubio. L’epoca tardo-antica ebbe inizio alcuni anni più tardi con il regno dell’imperatore Diocleziano. Le sue riforme garantirono all’Impero Romano un altro secolo di vita. Le province Rezia e Norico vennero nuovamente suddivise. La Rezia era composta ora da una provincia alpina occidentale, la Rezia Prima, e da una provincia situata a nord est, la Rezia Seconda. Anche il Norico fu suddiviso in due unità amministrative. La parte settentrionale, il Norico Ripense, era una vera e propria provincia di confine, di cui faceva parte la zona dell’odierna Innstadt a Passau. La difesa lungo la linea di confine fu riorganizzata. I contingenti delle truppe lì stazionate furono ridotti, tra l’altro anche per ragioni economiche. Ora qui c’era l’esercito di occupazione, costituito dai cosiddetti „limitanei“. L’unità mobile di attacco, detta „comitatenses“, operava dall’entroterra, sorvegliando contemporaneamente i passi alpini. Nell´insediamento fortificato di Batavis vivevano insieme soldati e civili, dal momento che era stata eliminata la separazione tra insediamento militare e insediamento civile. I reperti militari sono rappresentati da parti di armi, come delle punte di giavellotto. Inoltre si sono trovate guarnizioni di cinture e fibule con bottoni terminali a forma di cipolla, portate soprattutto dai soldati, che si possono osservare a destra della porta di accesso alla sala successiva. Abbiamo ancora gioielli femminili e spille, che venivano indossati dalle abitanti dell´insediamento fortificato. Il ritrovamento di materiale grezzo, bracciali e fusaiole, ha permesso di ricostruire la bottega di un intagliatore di osso. La può trovare nella prima e nella seconda teca a sinistra della porta di accesso alla sala successiva. A Batavis, però, non vivevano soltanto Romani. Nella prima teca a sinistra della porta di ingresso sono esposti due pettini e una fibula di ferro che appartenevano ad abitanti germanici della città. Dal numero dei reperti trovati si deduce che qui i Germani costituivano una minoranza, diversamente da Ratisbona, dove i reperti germanici sono in numero predominante. I risultati archeologici coincidono con alcune affermazioni contenute nella biografia di San Severino scritta da Eugippio. Severino era un ambasciatore romano e un missionario cristiano, che operò dal 467 fino alla sua morte, avvenuta nel 482, nel Norico Ripense e nella zona orientale della Rezia Seconda. Quando l’occupazione militare di Batavis non fu più sostenibile, fu lo stesso Severino ad organizzare il ritiro della popolazione romana a Lauriacum, l’odierna Enns, in Austria.</p>